La storia del museo

Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni

Centro di arti visive contemporanee
La storia recente di Palazzo Fabroni inizia negli anni 1990-1993, quando si stabilì di destinare il primo e secondo piano dell’edificio allo svolgimento di attività espositive, permanenti e temporanee, relative alle arti visive moderne e contemporanee. Dopo le prime mostre dedicate rispettivamente a Fernando Melani (1990), a Gianni Ruffi (1990) e a Umberto Buscioni (1992), nonché, occasionalmente, all’architetto paesaggista Roberto Burle-Marx (1992/1993), tra il 1993 e il 2002 ebbe luogo un’attività espositiva che vide succedersi, al primo piano, una serie di mostre personali e tematiche su protagonisti dell’arte italiana, attivi negli anni Sessanta e affermati in campo internazionale.
Chiuso al pubblico dal 2004 al 2007 per importanti lavori di restauro e ristrutturazione, il palazzo fu riaperto con la mostra monografica di Claudio Parmiggiani Apocalypsis cum figuris (2007/2008).

Da spazio espositivo a Museo del Novecento e del Contemporaneo
A partire dalla primavera del 2009, oltre a quella espositiva, si è aperta anche una fase di programmazione volta alla progressiva destinazione di Palazzo Fabroni a Museo del Novecento e del Contemporaneo di Pistoia.
Sono da considerarsi orientati in questa direzione l’adesione (2009) all’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (AMACI), che riunisce i più importanti musei di arte contemporanea del territorio nazionale, impegnati a costruire una vera cultura istituzionale dell’arte moderna e contemporanea nel nostro Paese; la riapertura (2010) dell’accesso principale da via Sant’Andrea, una sorta di nuovo ‘asse viario’ di collegamento col retrostante giardino su via Santa; e il riallestimento (2011) della ricca collezione permanente al primo piano, con la conseguente destinazione delle sale del secondo alle mostre temporanee. Nel 2019 il piano di recupero degli spazi di Palazzo Fabroni a funzione museale, come il fascino e la bellezza dell’edificio settecentesco si meritano, ha visto la realizzazione degli interventi relativi alla riqualificazione di alcune sale del pianoterra e del giardino.

L’attività espositiva
Parallelamente, le mostre temporanee destinate ad affrontare i temi insiti nel rapporto fra arte contemporanea e paesaggio si sono alternate a quelle dedicate alle esperienze più significative di artisti pistoiesi, mettendone in evidenza percorsi assolutamente originali, ricchi di molteplici echi culturali, di profilo tutt’altro che provinciale.
Nell’anno di “Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017”, con la mostra dedicata a Giovanni Pisano in coerenza con la collocazione dell’edificio di fronte alla pieve romanica di Sant’Andrea, che conserva il capolavoro della maturità dell’artista, Palazzo Fabroni ha aperto per la prima volta le sue porte all’arte antica.