Il museo ha sede negli spazi dell’ex Ospedale del Ceppo un tempo occupati dall’antico ingresso, dalla corsia maschile di San Jacopo e da alcune sale adiacenti alla corsia.
Dalle origini al XVII secolo
Secondo la tradizione, nel 1277 il germogliare prodigioso di un ceppo ormai secco indicò ai coniugi Antimo e Bandinella il luogo dove fondare un ospedale per i poveri, presso il torrente Brana, che allora scorreva lungo le antiche mura cittadine. Ma probabilmente lo spedale nacque per iniziativa della Compagnia di Santa Maria dei poveri, documentata dal decennio successivo. Il ‘ceppo’ sarebbe stato, in realtà, un tronco cavo per le offerte.
All’epoca della peste del 1348 lo spedale, che aveva già acquisito un vasto patrimonio, fu ampliato estendendosi anche sulla riva opposta della Brana tramite un ponte, costruito intorno al 1345.
Negli anni 1451-1456, l’architetto fiorentino Michelozzo di Bartolomeo eseguì il progetto per la chiesa dell’ospedale, ora non più identificabile, e, forse, anche per la risistemazione dell’edificio con due corsie parallele, separate da una corte e unite da un loggiato.
Nel 1501, quando si inasprirono le lotte tra le famiglie pistoiesi per il controllo degli ospedali cittadini, la Repubblica fiorentina assegnò l’amministrazione del Ceppo allo Spedale di Santa Maria Nuova di Firenze. Fu dunque lo spedalingo fiorentino Leonardo Buonafede (in carica dal 1501 al 1532) a promuovere il completamento del loggiato, con la realizzazione dei rilievi in terracotta invetriata policroma (compreso il maestoso fregio con le Sette Opere di Misericordia), eseguiti dalle migliori maestranze fiorentine: i della Robbia e i Buglioni.
Gradualmente lo spedale si estese e nel XVII secolo venne fondata al suo interno una scuola per medici apprendisti e chirurghi, in funzione fino al 1844.
Dal Settecento ai giorni nostri
Le riforme promosse nel Settecento dal governo lorenese interessarono lo Spedale del Ceppo con una vasta ristrutturazione delle corsie esistenti (fra cui quella maschile di San Jacopo), la realizzazione di nuove corsie e di numerosi locali di servizio, tra cui il Teatro Anatomico (1785-1787) utilizzato per la pratica delle dissezioni e lo studio dell’anatomia.
Nel 1778 il granduca di Toscana Pietro Leopoldo concesse al Ceppo l’autonomia dallo Spedale di Santa Maria Nuova. Alcuni anni dopo (1784), dall’unione del Ceppo e dello Spedale di San Gregorio per i trovatelli nacquero i “Regi Spedali Riuniti”, e con l’accorpamento del monastero di Santa Maria delle Grazie si costituì una vera e propria cittadella ospedaliera.
Nel secolo successivo si cominciò ad avvertire l’inadeguatezza delle antiche strutture, che furono in parte demolite nei primi decenni del Novecento per edificare due nuovi padiglioni, Lazzereschi (1929-1931) e Cassa di Risparmio (1933-1935). Nella ex corsia maschile di San Jacopo ebbe sede l’Accademia Medica “Filippo Pacini”, istituita nel 1928.
Le opere di ampliamento e ammodernamento sono proseguite fino al completamento del nuovo Ospedale San Jacopo, fuori dalle mura urbane, nel 2013.