La storia del museo

Museo dello Spedale del Ceppo

A seguito del completamento, nel 2013, del nuovo Ospedale San Jacopo, gran parte delle funzioni sanitarie svolte, per ben oltre sette secoli di storia pistoiese, dal complesso ospedaliero del Ceppo sono state trasferite nella nuova sede dislocata a sud della città. Conseguentemente, nel maggio del 2015, un apposito accordo di programma ha avuto ad oggetto la rigenerazione dell’intera area del vecchio presidio, ivi compresi gli interventi necessari ai fini della complessiva destinazione museale e culturale dell’edificio storico, posto verso piazza Giovanni XXIII. E’ in tale contesto che si inserisce il Museo dello Spedale del Ceppo, frutto della collaborazione di diversi enti pubblici: Regione Toscana, Azienda USL Toscana Centro, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Comune di Pistoia.
Inaugurato e aperto al pubblico il 1° dicembre 2017, in occasione della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a conclusione dell’anno di Pistoia Capitale Italiana della Cultura, è uno dei risultati più importanti che la nomina ha lasciato in eredità alla città. Il progetto museologico si deve a Esther Diana, Lisa Di Zanni, Maria Cristina Masdea, Claudio Rosati, Valerio Tesi, Elena Testaferrata; mentre quello architettonico e museografico è stato elaborato da Valerio Tesi, Maria Cristina Masdea, Andrea Abbruzzese, Fabrizio D’Arrigo, Marco Talini, Elisa Fallani, Simone Martini.
Nel complesso percorso di recupero e riqualificazione dell’antico ospedale, il museo costituisce l’ampliamento di un primo nucleo espositivo incentrato sulla collezione storica dei ferri chirurgici, inaugurato nel dicembre del 2015 nella ex corsia maschile di San Jacopo con la denominazione di Museo della Sanità Pistoiese e ora inglobato nel Museo dello Spedale del Ceppo come una sezione di quest’ultimo. Rispetto al primo nucleo, il nuovo museo offre oggi un percorso di visita più ampio, arricchito di nuovi contenuti e approfondimenti, presentati tramite strumenti multimediali innovativi, e di nuovi servizi di accoglienza per il pubblico.
Si tratta, quindi, di un museo ‘in progress’, destinato a ulteriori ampliamenti e sviluppi, che deriveranno dal recupero di altre aree adiacenti agli ambienti occupati dal museo come configurato attualmente.