La storia del museo

Museo Civico d’arte antica in Palazzo Comunale

L’origine delle raccolte e la nascita del museo
Istituito nel 1922, il museo ha tuttavia una storia precedente, che risale almeno al 1893, quando alcune opere – in prevalenza sculture, reperti lapidei e affreschi staccati – sono descritte nella Sala del Capitolo della chiesa di San Francesco. Contemporaneamente, nelle antiche sale al piano nobile del Palazzo Comunale, andavano raccogliendosi i nuclei più consistenti della collezione, quelli provenienti dalle antiche compagnie e congregazioni laiche e religiose soppresse alla fine del Settecento dal vescovo Scipione de’ Ricci, dal governo napoleonico prima (1809) e dal governo italiano poi (1866).
Dopo la decisione di collocare definitivamente la raccolta nel Palazzo Comunale (1912), motivata soprattutto dal prestigio storico e monumentale del luogo e dal significato di civica riappropriazione che l’operazione sottintendeva, la vicenda del museo non fu meno difficile e travagliata e per l’inaugurazione, con le opere ordinate cronologicamente in cinque sale al primo piano dell’edificio, si dovette attendere altri dieci anni (1922).

L’allestimento del 1956 e il trasferimento in Palazzo Marchetti
Nel 1956 un nuovo allestimento consentì di esporre più di cento opere nei due grandi saloni e nel corridoio di raccordo all’ultimo piano dell’edificio. Ma appena due anni dopo, i gravi dissesti statici che investirono il palazzo imposero il trasferimento del museo prima in Palazzo Rospigliosi, poi (1960) nella sede civica provvisoria del settecentesco Palazzo Marchetti in via Curtatone e Montanara, dove la collezione rimase quindici anni.

L’allestimento del 1982
Completato il restauro del Palazzo Comunale, il patrimonio artistico fu nuovamente trasferito nella sua prima sede e nel 1977, in uno dei saloni dell’ultimo piano, fu allestita la sezione dell’Ottocento, che raggruppa le opere della collezione Puccini. Nel 1980, nel mezzanino, furono poi riordinati la sezione novecentesca, dedicata agli artisti operanti tra le due guerre in ambito pistoiese, e il Centro di Documentazione Giovanni Michelucci (Pistoia 1891 – Firenze 1990).
L’intera raccolta del Museo Civico riaprì al pubblico nel 1982, con la presentazione di oltre 300 opere fra pittura, scultura, arti applicate, secondo l’ordinamento di Maria Cecilia Mazzi e l’allestimento di Mario Manieri Elia, Nicola Marras, Sergio Polano, che consente ancora oggi la lettura autonoma delle due specificità artistiche ugualmente degne di essere evidenziate: l’edificio gotico trecentesco e le civiche collezioni d’arte antica.