Fino al 6 gennaio 2025 proseguono le aperture di San Jacopo in Castellare nei giorni di sabato, domenica e festivi, secondo le medesime modalità:
sabato, domenica, festivi (8 dicembre, 26 dicembre e 6 gennaio) e 27 dicembre
ore 10.00 / 18.00
Natale e Capodanno
ore 16.00 / 19.00
Ingresso gratuito.
Fino a un massimo di 50 persone contemporaneamente presenti.
Notizie storiche. San Jacopo in Castellare è una delle chiese più antiche di Pistoia. L’edificio esisteva forse già in epoca altomedievale e fu eretto a ridosso della prima cinta muraria nella zona detta “castellare”, per la presenza di fortificazioni militari fin dal X secolo. La chiesa è documentata dal 1131 come “ecclesia S. Jacobi in civitate Pistorii”: un primo edificio monoabsidato, più corto dell’attuale, a cui sono riferibili i resti dell’abside sotto il pavimento. Verso il 1242 la chiesa fu probabilmente allungata e dotata di un transetto sporgente, distrutto, di cui resta traccia nei grandi arconi al fondo della navata.
Dopo la soppressione nel 1785 voluta dal vescovo Scipione de’ Ricci, la chiesa fu destinata a oratorio delle vicine Scuole Leopoldine e infine a laboratorio privato.
L’intervento di restauro. Si tratta di un intervento da quasi tre milioni di euro, due dei quali finanziati da Fondazione Caript e il restante dal Comune. Il recupero del complesso architettonico, elaborato dallo Studio di Progettazione Gurrieri Associati di Firenze, che ha restituito alla città un polo culturale nel cuore cittadino, ha previsto il recupero edile e impiantistico, la trasformazione dell’ex chiesa in sala convegni, il restauro degli affreschi condotto con la supervisione della Soprintendenza, nonché la riqualificazione dell’ex canonica e la sistemazione del giardino in una vera e propria terrazza a verde su via del Carmine, accessibile anche da via delle Pappe.
Affreschi e decorazioni. All’interno la chiesa conserva affreschi di notevole rilevanza. Le pitture, perlopiù a carattere devozionale, furono realizzate in più tempi tra la metà del Duecento e la seconda metà del Trecento. Una parte venne riscoperta già tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando si registrano interventi del pittore-restauratore Galileo Chini. Con la recente campagna di restauri sono stati recuperati nuovi importanti affreschi, come l’elegante decorazione nell’arcone della fiancata sinistra o il Cristo in maestà tra angeli nella calotta absidale.
Indagini archeologiche. Gli scavi effettuati dalla Soprintendenza hanno portato alla luce un complesso archeologico pluristratificato. Il livello più antico è costituito da strutture murarie di tipo abitativo d’età romana (I secolo d.C.). Su di esse, in epoca altomedievale (VIII secolo), venne eretto un grande muro in ciottoli di fiume, identificabile probabilmente con la prima cinta muraria d’epoca longobarda, o con una struttura a essa collegata.