LE APERTURE DI SAN JACOPO IN CASTELLARE

Eventi

25/04/2024 - 01/09/2024

San Jacopo in Castellare, l’antico complesso monumentale di origine medievale, sarà aperto al pubblico dal 25 aprile. In particolare, nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile e 1° maggio sarà accessibile dalle 10 alle 18 con visite guidate su prenotazione alle ore 11, 15 e 17 (gruppi formati da un massimo di 25 persone per ogni visita). Dall’8 giugno al 1° settembre l’orario di apertura, nei giorni di sabato, domenica e festivi, è dalle 11 alle 19. Entrata e visita guidata sono gratuite.
San Jacopo in Castellare, la cui apertura è stata concordata da Comune di Pistoia, Fondazione Caript e Fondazione Pistoia Musei, è un gioiello architettonico ricco di affreschi duecenteschi e trecenteschi e di scavi archeologici. Grazie alla sua collocazione nel cuore della città storica, diventa anche una nuova e privilegiata porta di accesso alle Collezioni del Novecento di Fondazione Pistoia Musei a Palazzo de’ Rossi e al Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni attraverso il passaggio fra lo Sdrucciolo del Castellare e la Terrazza Grandonio. Un nuovo percorso cittadino che, guardando all’antico della città storica, invita a proseguire verso il Novecento e il Contemporaneo.
L’intervento di restauro. Si tratta di un intervento da quasi tre milioni di euro, due dei quali finanziati da Fondazione Caript e il restante dal Comune. Il recupero del complesso architettonico, elaborato dallo Studio di Progettazione Gurrieri Associati di Firenze, che ha restituito alla città un polo culturale nel cuore cittadino, ha previsto il recupero edile e impiantistico, la trasformazione dell’ex chiesa in sala convegni, il restauro degli affreschi condotto con la supervisione della Soprintendenza, nonché la riqualificazione dell’ex canonica e la sistemazione del giardino in una vera e propria terrazza a verde su via del Carmine, accessibile anche da via delle Pappe.
Affreschi e decorazioni. All’interno la chiesa conserva affreschi di notevole rilevanza. Le pitture, perlopiù a carattere devozionale, furono realizzate in più tempi tra la metà del Duecento e la seconda metà del Trecento. Una parte venne riscoperta già tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando si registrano interventi del pittore-restauratore Galileo Chini. Con la recente campagna di restauri sono stati recuperati nuovi importanti affreschi, come l’elegante decorazione nell’arcone della fiancata sinistra o il Cristo in maestà tra angeli nella calotta absidale.
Indagini archeologiche. Gli scavi effettuati dalla Soprintendenza hanno portato alla luce un complesso archeologico pluristratificato. Il livello più antico è costituito da strutture murarie di tipo abitativo d’età romana (I secolo d.C.). Su di esse, in epoca altomedievale (VIII secolo), venne eretto un grande muro in ciottoli di fiume, identificabile probabilmente con la prima cinta muraria d’epoca longobarda, o con una struttura a essa collegata.
La chiesa. San Jacopo in Castellare è una delle chiese più antiche di Pistoia. L’edificio esisteva forse già in epoca altomedievale e fu eretto a ridosso della prima cinta muraria nella zona detta “castellare”, per la presenza di fortificazioni militari fin dal X secolo. Grazie alla sua posizione sopraelevata e protetta (anche dall’antico corso del torrente Brana), sin dall’antichità questo luogo fu una zona strategica, in stretta connessione con il tratto urbano della via Francigena e con l’accesso settentrionale alla città attraverso l’antica Porta di Sant’Andrea. Dopo la soppressione nel 1785 voluta dal vescovo Scipione de’ Ricci, la chiesa fu destinata a oratorio delle vicine Scuole Leopoldine e infine a laboratorio privato.
Storia e cenni architettonici. La chiesa è documentata dal 1131 come “ecclesia S. Jacobi in civitate Pistorii”. Un primo edificio monoabsidato, più corto dell’attuale (a cui sono riferibili i resti dell’abside sotto il pavimento), venne eretto nel XII secolo, in epoca romanica. Verso il 1242 la chiesa fu probabilmente allungata e dotata di un transetto sporgente, distrutto, di cui resta traccia nei grandi arconi al fondo della navata.

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